Domenica di Risurrezione

 

Come per il giorno di Natale, il Messale prevede per il giorno di Pasqua tre messe: la messa della notte, la messa del mattino e la messa vespertina.

Per ogni messa è prevista una liturgia della parola propria.

Abbiamo meditato la più che abbondante liturgia della parola della Veglia pasquale.

La messa del mattino e la messa vespertina hanno letture proprie e specialmente vangeli propri.

 

Prima  lettura  (At., 10, 34. 37-43)

La prima lettura della messa di Pasqua è l’annuncio che Pietro indirizza al primo pagano convertito, il centurione romano Cornelio. Il messaggio è tutto incentrato su Gesù, il Risorto. Pietro riassume la vita di Gesù in quattro tappe: battesimo di Giovanni, ministero in Galilea, morte e risurrezione.

Per la comunità cristiana la risurrezione è radice della sua esistenza e della sua fede:

Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni […]. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio (At., 10, 36-42).

 

Seconda  lettura  (Col., 3, 1-4)

Per Paolo il cristiano è già risorto con Cristo. L’esistenza dei cristiani tende a realizzare gradualmente la piena partecipazione al suo mistero di morte e di vita: già e non ancora.

Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi, infatti, siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio. Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria (Col. 3, 1-4).

 

 

Vangelo  della  messa  del  mattino (Gv., 20, 1-9)

Giovanni non racconta la Risurrezione, evento che trascende l’esperienza umana e storica, ma racconta l’irruzione del Cristo risorto nella vita delle donne, dei discepoli e della Chiesa.

La pietra rotolata, la tomba vuota, i teli posati e il sudario non sono la prova della Risurrezione: possono essere la prova che il cadavere è stato rubato.

Maria di Magdala corre da Simon Pietro e dal discepolo che Gesù amava e dice loro: Hanno portato via il Signore dal sepolcro (Gv., 20, 2).

Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro […]. Giunse anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro […]. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti (Gv., 20, 3-9).

Pietro entra per primo nella tomba vuota, osserva i teli posati là  e il sudario in un luogo a parte. Si stupisce. Quando giunge l’altro discepolo, Giovanni dice di se stesso: Vide e credette.

Che cosa credette Giovanni?

Alla parola di Gesù, che aveva detto: Il terzo giorno risorgerò.

Giovanni annota: Non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

I segni della pietra rotolata, della tomba vuota e dei teli posati possono essere letti con occhi diversi: come appunto hanno fatto Pietro e Giovanni.

La risurrezione del Signore possiamo soltanto crederla, secondo la Scrittura, come ripetiamo nel Credo.

Qui, come nel vangelo di Emmaus, che leggiamo nella messa vespertina di Pasqua, la Scrittura è anche la parola di Gesù.

 

 

Vangelo  della  messa  vespertina  (Lc., 24, 13-35)

Luca scrive il suo vangelo molti decenni dopo la morte e risurrezione di Gesù.

Il capitolo 24 del suo vangelo, che racconta dei due discepoli sulla strada di Emmaus, ha come sfondo la liturgia delle comunità cristiane in cui si spiegavano le Scritture e si spezzava il pane.

I due discepoli in cammino (Lc., 24, 13) discutono tra loro ed hanno il volto triste. È un ritratto vivissimo della “crisi di fede” di due discepoli del Maestro crocifisso che scappano da Gerusalemme, di cui uno si chiama Cleopa,.

Conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo […]. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele […]. Alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolto. Si sono recate al mattino alla tomba e non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di avere avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo […].

[Gesù] disse loro: Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti. Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria? E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui […].

Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero […]. Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane (Lc., 24, 14-35).

 

Gesù spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.

Certo Gesù ha loro ricordato Mosè e i profeti, ma anche la sua parola Il terzo giorno risusciterò, parola che si è compiuta come si sono compiute le parole dei profeti.

I due discepoli di Emmaus lo riconoscono a tavola, nello spezzare il pane: allora si aprirono loro gli occhi.

Anche ad Emmaus i due discepoli, come le donne il mattino di quello stesso giorno, lo riconoscono lungo la via: lungo la via e nello spezzare il pane sono i due luoghi dove le discepole e i discepoli incontrano Gesù risorto e la via e lo spezzare il pane sono i luoghi dove i discepoli di ogni tempo possono incontrare il Vivente.

 

Suggerimenti

Celebrazione

Suggerisco di partecipare alla celebrazione presieduta dal papa in San Pietro domenica 12 alle ore 11 (Rai 1 e TV 2000).

Segni

Il mattino di Pasqua, preferibilmente quando suonano le campane, lavarsi gli occhi con l’acqua, perché i nostri occhi vedano ciò che hanno visto Giovanni e i discepoli di Emmaus: Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero (Lc., 24, 31).

Uova sode decorate da bambini, ragazzi o adulti.

Per l’approfondimento

  • Guardini, La Pasqua. Meditazioni, Morcelliana.
  • Rahner, Che cos’è la Risurrezione? Meditazioni sul Venerdì Santo e sulla Pasqua, Queriniana.

 

Sequenza

Alla vittima pasquale

si innalzi oggi il sacrificio di lode.

L’Agnello ha redento il suo gregge,

l’Innocente ha riconciliato noi peccatori con il Padre.

 

Morte e vita si sono affrontate

in un prodigioso duello.

Il Signore della vita era morto,

ma ora, vivo, regna.

 

“Raccontaci, Maria:

che hai visto sulla via?”.

“La tomba del Cristo vivente,

la gloria del Cristo risorto

e gli angeli suoi testimoni,

il sudario e le sue vesti.

Cristo, mia speranza, è risorto

e vi precede in Galilea”.

 

Sì, ne siamo certi:

Cristo è davvero risorto.

Tu, re vittorioso,

abbi pietà di noi.

 

La notte di Pasqua ha acceso in noi un fuoco: cerchiamo di evitare che si spenga!

Abbiamo ricevuto una luce: lasciamoci illuminare nei sentieri della vita della storia.

Ci è stata donata una Parola: essa abiti la nostra esistenza e desti ogni giorno la speranza.

Un’acqua viva ci ha rigenerati: non dimentichiamo di essere figli di Dio.

Alla sua tavola abbiamo ricevuto un cibo ed una bevanda che ci sostengono: proseguiamo il nostro cammino sostenuti da questo cibo e da questa bevanda.

 

Cristo  è  davvero  risorto