Perché i fiori in chiesa? Quale posto occupano nella liturgia?
La liturgia è il grido di tutto il creato: «È veramente cosa buona e giusta che tutte le creature nel cielo e sulla terra, si uniscano nella tua lode, Dio onnipotente ed eterno…» (Prefazio dell’Ascensione). Con i fiori è tutta la creazione che partecipa ed entra nello spazio celebrativo con la sua carica di vita e di mistero, per rendere grazie al Creatore.
I fiori sono, inoltre, meraviglie di bellezza e questa, si sa, nutre lo spirito e lo illumina. I fiori ci conducono così a scoprire la bellezza di Dio e diventano simbolo di qualcosa di più grande, di qualcosa che va oltre.
Ecco perchè i fiori trovano posto nella liturgia con un compito preciso.
Una domenica dopo l’altra, però, si avverte che “mettere dei fiori” non è tutto: ci si interroga sul senso di questo gesto e si prova a capire se è solo un’esigenza estetica o è di più. Inizia un cammino interiore e un cammino di formazione il cui punto di arrivo non è realizzare una bella composizione, ma ciò cui la composizione orienta: la presenza di Cristo nell’azione liturgica. Ci si chiede in che modo i fiori possano favorire l’incontro con Lui: questa è la logica della pedagogia liturgica.
Un esempio. La composizione floreale deve saper “sparire” per far parlare altri segni più essenziali, come l’altare che deve ospitare solo pane e vino. Proprio come Giovanni Battista, che ha saputo sparire per lasciare il passo a Gesù. Da qui la scelta di non mettere fiori su altare e bema.
Per realizzare le composizioni non ci sono regole fisse, ma è necessaria una sensibilità liturgica e la strada maestra da seguire è l’Anno Liturgico con la sua alternanza di Tempi Forti e Tempo Ordinario con le varie feste: non si realizzano infatti le stesse composizioni a Natale o in Quaresima e non si infiorano gli stessi luoghi per un battesimo o per una celebrazione penitenziale. Anche certi materiali “poveri” come cortecce, rami, radici, tronchetti, pietre, frutti, ceri… possono arricchire la composizione e evidenziare il messaggio simbolico.
La prima attenzione va rivolta ai colori liturgici che indicano il Tempo che stiamo vivendo:
- il bianco e il giallo sono i colori della resurrezione (Tempo di Pasqua), della regalità (Cristo Re, Giovedì Santo, Epifania), della nascita (Natale, battesimi);
- l’arancio, il rosso e il giallo possono ricordare la fiamma dello Spirito Santo (Pentecoste, cresime);
- il rosso scuro la passione (Domenica delle Palme), il sacrificio e il martirio (Venerdì Santo);
- il viola in tutte le sue sfumature fino al rosa dicono l’attesa (Avvento, esequie);
- il viola scuro indica il tempo penitenziale (Quaresima)
- il verde nelle sue mille tonalità la quotidianità (Tempo Ordinario).
In un cammino così articolato anche l’assenza dei fiori dice simbolicamente qualcosa, ma di questo e dei luoghi da fiorire parleremo in un prossimo articolo.